Renzo Fubini

Nato a: Milano (MI) il 30 settembre 1904
Di: Riccardo e Bice Colombo
Professione: professore universitario
Arrestato a: Ivrea il 7 febbraio 1944
Deportato a: Auschwitz il 16 maggio 1944 (numero di matricola A-5410)

La ricerca documentaria, la selezione delle fonti, il racconto della Vita di Renzo Fubini sono stati curati da Victoria Musiolek, ricercatrice incaricata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.
Foto Renzo Fubini © CDEC – Centro Documentazione Ebraica Milano. Tutti i diritti riservati

Il progetto è aperto al contributo degli utenti: chi fosse in possesso di informazioni, documenti, fotografie utili a raccontare la vita di Renzo Fubini può scrivere a le-case-e-le-cose@fondazione1563.it

1 marzo 1945

Missiva agli inquilini di via Reggio 1 sulla nuova gestione amministrativa da parte dall’Istituto di San Paolo

“[…] con Decreto del Capo della Provincia di Torino n. 23519/186 in data 3 luglio 1944 i beni siti nel Comune di Torino via Reggio 1 di proprietà di Mario e Renzo Fubini di razza ebraica, sono stati sequestrati”, recita una delle numerose missive del 1° marzo 1945 inviate una ad una dall’Istituto di San Paolo di Torino. Lo stesso stabile oggetto di sequestro non costituiva abitazione permanente dei due fratelli, bensì una fonte di reddito, in quanto veniva affittato agli inquilini di via Reggio 1 che – per mezzo della lettera indirizzata proprio a loro – venivano informati del passaggio della gestione affidata, d’ora in poi all’Istituto. Prima l’amministrazione – come si può leggere nel verbale redatto all’inizio di gennaio 1945 da uno dei periti incaricati di effettuare il sopralluogo – era tenuta dallo stesso proprietario coadiuvato dalla portinaia. Infatti, la signora G.F. era in contatto diretto con gli affittuari (37 al momento della stesura del verbale) e faceva da tramite per la riscossione delle quote mensili.

Autore: Victoria Musiolek

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, 351

25 luglio 1943

Un ritratto di famiglia in guerra

È estate, siamo ad Alassio, fa caldo e c’è l’aria di mare portata dal vento, e una fotografia.
Un’immagine di famiglia ritrae un padre che guarda sorridendo la figlia di qualche mese, la accarezza con un gesto paterno, amorevole e al contempo premuroso, con una premurosità che soltanto un genitore può conoscere. Sono momenti felici e spensierati, se non per il contesto in cui vengono vissuti. Bice è nata proprio lì, ad Alassio, i suoi genitori Renzo Fubini e Marisetta Treves da qualche tempo si sono trasferiti sulla costa ligure (nell’abitazione dei suoceri per le vacanze), poiché la loro casa a Torino è stata bombardata, vivendo uniti nonostante la guerra, quasi a dispetto di ciò che accadeva in quei mesi. Non per molto però: è proprio lì che apprendono la notizia dell’armistizio, l’evento che avrebbe in breve sconvolto la loro quiete famigliare.
Vi è un’altra fotografia, con Marisetta che stringe la Bice già più grandicella; sul retro una data scritta a mano “febbraio [19]44” – proprio in quel mese Renzo viene arrestato, caduto nelle mani della polizia italiana in seguito a una delazione.

Autore: Victoria Musiolek

Fonte: Archivio privato famiglia Fubini

16 maggio 1944

Lista di trasporto degli ebrei italiani: Fossoli-Auschwitz, verso la deportazione

Il 16 maggio 1944, a pochi mesi dall’arresto di Renzo avvenuto a Ivrea, partiva il treno dal campo di concentramento in località Fossoli di Carpi con un notevole carico umano di oltre 581 vite, destinazione: Auschwitz. La sigla RSHA (Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich), con la quale è stato contrassegnato il trasporto, era decisiva nel determinare la sorte di coloro che ne facevano parte, poiché soltanto quei convogli subivano la selezione al gas.
A testimoniare la deportazione uno dei pochi documenti conservatisi, la cosiddetta Transportliste: l’elenco con i partenti battuto a macchina dall’amministrazione del campo in più copie. Accanto alle date e ai luoghi, informazioni anagrafiche essenziali, appaiono tanti nomi (tra loro con il numero 170 quello di Renzo Fubini), la maggior parte dei quali verranno eliminati come conseguenza della “soluzione finale”. Renzo non farà ritorno dal KL Auschwitz. In sua memoria, sotto l’ultimo indirizzo di residenza, in corso Arimondi 11, verrà posta una pietra d’inciampo.

Autore: Victoria Musiolek

Fonte: Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Comitato Ricerche Deportati Ebrei, Elenco dei deportati ebrei, busta 8, fascicolo 61. (© CDEC – Centro Documentazione Ebraica Milano. Tutti i diritti riservati)

17 agosto 1944

Due incarichi per la stessa perizia

Probabilmente per sbaglio, il 17 agosto 1944 viene redatta una lettera con cui l’Istituto di San Paolo, in qualità di delegato dall’Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare, affida al ragioniere O.A. il compito di descrivere i beni presi in sua gestione e appartenenti “ai cittadini di razza ebraica”. Il ragioniere O.A. non adempirà all'incarico, poiché sprovvisto di firme. L’Istituto utilizzerà la copia del documento per designare un nuovo perito in grado di effettuare la descrizione dell’abitato in via Reggio 1: il nome di O.A. sarà coperto da quello del suo successore. A gennaio 1945, dopo essersi recato all’indirizzo indicato, il dipendente del Servizio Tecnico ragioniere A.L. firmerà il suo dettagliato rendiconto, mentre il 15 marzo dello stesso anno O.A. verrà informato del prossimo licenziamento a causa delle costanti e ingiustificate assenze.

Autore: Victoria Musiolek

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, 351

14 settembre 1944

Le ultime tracce di Renzo nel documento del SS-Hygiene Institut

Poco o nulla si sa sulle sorti di Renzo da deportato. Questo, in parte, grazie all’efficace politica adoperata dall’amministrazione nazista di sistematica eliminazione delle tracce dei crimini commessi. Le lacune nella documentazione originale ritrovata alla liberazione del KL Auschwitz sono in alcuni casi irrimediabili, specie nella determinazione delle perdite di vite umane.
Una tra le ultime tracce di Renzo, se non l’ultima, si trova sul cartellino redatto dal SS-Hygiene Institut (Istituto d’Igiene delle Waffen SS), organo la cui attività può essere abbastanza ben ricostruita, in quanto i suoi registri e le prescrizioni agli esami appartengono all’unità archivistica meglio conservata. Dagli scarni dati si può ricavare che il 14 settembre 1944, Häftlinge numero A-5410, Fubini si trovava nel blocco 12 e ha contratto la tbc, una tra le più diffuse malattie nel campo, dovuta alle cattive condizioni in cui vivevano i detenuti e alla malnutrizione. Il numero di matricola denuncia la categoria che gli è stata assegnata all’arrivo: la lettera “A” davanti indica la serie attribuita agli ebrei maschi, inserita appositamente proprio a partire da maggio del 1944, lo stesso mese in cui arriva il convoglio da Fossoli (questo spiegherebbe il numero basso portato da Renzo, nonostante si trattasse della fase finale del funzionamento del campo). Infine non sappiamo cosa successe oltre quella data riportata sopra il tabellone con i nomi, l’unica certezza è che di lì a due settimane, il 30 settembre, Renzo avrebbe compiuto 40 anni.

Autore: Victoria Musiolek

Fonte: ITS Digital Archive, Arolsen Archives, Copy of 1.1.2.1 - 556631

1 febbraio 1943

Mio padre, Renzo Fubini

«Avevo sempre vagheggiato di descrivere l’assenza di mio padre, cioè come di lui non si fosse parlato, se non per brevi accenni, in famiglia […]. Per me mio padre era una persona che “era stata portata via dai tedeschi” come si usava dire nel ’40-’50. Degli anni che aveva vissuto prima non chiedevo, avevo intuito che era meglio così. Purtroppo io stessa mi ritraevo tutte le volte che qualcuno vi faceva qualche accenno, mia madre, i nonni, gli zii. Ma le parole rimanevano così impresse in me, che ne ricordo ancora i dettagli, il dove ed il come […]. Mia madre mi raccontava che era ordinatissimo e che ogni volta che si alzava dal tavolo dove aveva lavorato riponeva tutti i libri a posto, pur sapendo che li avrebbe ben presto ripresi ed aperti […] - sereno quadretto di vita famigliare, una vita la cui serenità è durata dal maggio ’42 all’8 settembre ’43. Dal ’38 fino ad allora mio padre aveva sempre studiato e lavorato, pubblicando i suoi lavori e libri di economia sotto falso nome e mantenendo stretti contatti con i colleghi con cui poteva ancora farlo. Il 25 luglio del’43, io avevo tre mesi, mio padre si era allontanato, per un giorno, da Alassio dove eravamo sfollati, per incontrare una delle persone con cui si vedeva ancora. Mia madre mi riferì che tornò entusiasta sventolando il giornale. “Mussolini è stato arrestato, la guerra finirà e noi torneremo a fare una vita normale”. Ancora a fine agosto ’43 scriveva una lettera ottimistica di prospettive di lavoro e di encomio a Einaudi che pareva dovesse diventare rettore dell’Università di Torino. Dopo l’arresto di lui non si seppe più nulla […]».
Nella foto: Marisetta incinta e Renzo a Ivrea, febbraio 1943

Autore: Bice Fubini

Fonte: Archivio privato famiglia Fubini

La via di fuga. Storia di Renzo Fubini

"Per uno strano destino che lo ha seguito negli anni, da molto prima di essere catturato con la delazione e l’inganno Renzo Fubini ha sempre incrociato i grandi fatti della storia. Li ha visti e li ha vissuti in prima persona. Giovanissimo, tramite il fratello Mario, era in contatto con il gruppo di studenti attorno a Piero Gobetti che da subito presero posizione contro il fascismo, quando ancora parti delle vecchie élite liberali – Luigi Einaudi, Benedetto Croce fra gli altri – concedevano una guardinga apertura di credito al primo Mussolini. Da economista appena laureato, Renzo Fubini fu testimone negli Stati Uniti del crollo di Wall Street del 1929 e dell’avvio della Grande depressione. In seguito vide arrivare le leggi razziali molto prima che la stampa di regime cominciasse a parlarne [...]"

Autore: Federico Fubini

Fonte: Archivio privato famiglia Fubini

Bibliografia

Federico Fubini, La via di fuga. Storia di Renzo Fubini, Mondadori, Milano, 2014

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