Comunità Israelitica di Chieri

Nato a: Chieri, via della Pace 6-8

La ricerca documentaria, la selezione delle fonti, il racconto sulla Comunità Israelitica di Chieri sono stati curati da Chiara Pipino, incaricata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.
Nel profilo è utilizzato il termine "Comunità Israelitica", presente nelle pratiche EGELI secondo la denominazione del periodo.

Il progetto è aperto al contributo degli utenti: chi fosse in possesso di informazioni, documenti, fotografie utili a raccontare la vita di Comunità Israelitica di Chieri può scrivere a le-case-e-le-cose@fondazione1563.it

Cenni storici

La prima testimonianza dell’insediamento ebraico di Chieri risale al 1417, quando il medico ebreo Sansone chiede il permesso di risiedere con la sua famiglia nella città. Tuttavia, una vera e propria comunità inizia a svilupparsi dal 1578, quando esistono testimonianze della presenza di diverse famiglie ebraiche in città. Nello stesso anno viene concesso a Jacob fu Leon Segre il permesso di tenere un banco di prestito e una sinagoga. Di questo primo tempio non si hanno notizie. In seguito alla promulgazione delle Regie Costituzioni (1723) anche a Chieri viene individuata un’area da destinare a ghetto degli ebrei, la casa del conte Bonaudo di Robassomero, compresa tra le odierne via Vittorio Emanuele II, via della Pace e vicolo Corona Grossa. Qui viene adibita a sinagoga una sala all’ultimo piano dell’edificio che nel XV secolo era stato di proprietà della famiglia chierese dei Solaro. La Comunità segue le profonde trasformazioni che coinvolgono le istituzioni ebraiche fino a quando, la progressiva diminuzione del numero di ebrei, porta alla fusione con la Comunità di Torino (25 febbraio 1917) con il conseguente passaggio dei beni chieresi sotto la tutela di quest’ultima. Questa decisione è maturata in seguito a un acceso dibattito, dopo che anche i «sostenitori dell’autonomia chierese si convinsero della necessità di rinunciarvi» (Terranova, Colli, Oltre i cancelli…, p. 214). Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il tempio è smantellato e parte degli arredi vengono trasferiti a Torino nei locali di via Sant'Anselmo 7 per sostituire quelli distrutti dal bombardamento del 20 novembre 1942. Dal 1970 l’aron ha-kodesh e la tevah sono collocati nel Tempio Piccolo di Torino, allestito da Giorgio Olivetti nei sotterranei della sinagoga.

Autore: Chiara Pipino

Fonte: Archivio Ebraico Terracini, Miscellanea fotografica, cerimonie ed eventi, f. 12, b. 2, 1339. Il Tempio Piccolo di Torino, allestito nel salone di via Sant'Anselmo 7. Sullo sfondo gli arredi di Chieri (Foto Studio Ottolenghi)

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6 luglio 1944

Elenco descrittivo dei beni della Comunità di Chieri

L'ordinanza di polizia n. 459 (28 gennaio 1944), che sancisce lo scioglimento delle Comunità Israelitiche e il sequestro dei loro beni produce i suoi effetti anche a Chieri. Infatti, nonostante la Comunità avesse cessato la sua attività già da tempo, i suoi locali vengono confiscati dall’EGELI in base al decreto del capo della provincia n. 23519/84 (10 marzo 1944). L’elenco descrittivo dei beni di Chieri, a cui è allegato anche il verbale di riconsegna, fornisce una descrizione dettagliata degli ambienti e degli oggetti, di cui talvolta riporta la trascrizione dall’ebraico. Forse questa attenzione deriva dal fatto che i beni erano «sotto l’imperio della legge per la tutela e la conservazione delle opere d’arte interessante il patrimonio artistico nazionale», come specificato nel documento stesso. Purtroppo, non sempre è possibile leggere descrizioni così esaustive, dal momento che la compilazione di questi inventari era affidata a ragionieri o periti dell’Istituto San Paolo o del Servizio Tecnico, che non erano interessati a registrare il valore rituale, oltre che venale, di oggetti, libri e arredi. In molti casi i verbali sono scarni e freddi elenchi, che testimoniano le ragioni pratiche per cui sono redatti: descrivere i beni di cui l’EGELI entrava in possesso per poterli amministrare e riutilizzare agevolmente. Nonostante gli scopi per cui è stato redatto, questo inventario costituisce una delle «ultime testimonianza di come fosse l’arredo interno della sinagoga prima del totale smantellamento» (Terranova, Colli, Oltre i cancelli..., p. 361).

Autore: Chiara Pipino

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, Gestione ebraici confiscati, 286

Lettera degli inquilini dello stabile di via della Pace 6-8

Insieme alla sinagoga l’EGELI requisisce tutte le proprietà della Comunità, in particolare a Chieri confisca gli appartamenti dell’antico ghetto, abitati da inquilini non ebrei dai quali ricava le rendite degli affitti. In qualità di nuovo amministratore degli immobili l’Istituto San Paolo deve occuparsi anche di questioni ordinarie, piccoli interventi di riparazione e manutenzione che servono a garantire le buone condizioni dello stabile. Questo aspetto è testimoniato dalla corrispondenza con gli inquilini, che in una lettera richiedono la riparazione del portone affinché sia «messo in condizioni di potersi chiudere la sera». Il malfunzionamento della serratura costituiva un «grave rischio di tutti gli abitanti» poiché proprio di fronte agli appartamenti si trovava un magazzino adibito a deposito dalle truppe tedesche.

Autore: Chiara Pipino

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, Gestione ebraici confiscati, 286

22 giugno 1945

La Comunità alla fine della guerra. Lettera di Umberto Levi a Eugenio Norzi

«Una ragazza del nostro giro di amicizie, che era stata chiamata dai tedeschi come interprete perché conosceva la loro lingua, ci informò che stavano cercando gli ebrei. C’eravamo solo noi a Chieri e avevamo paura.
Consigliati da amici ci trasferimmo (i miei genitori, la zia Emilia, mio fratello ed io) a Baldissero, in una vecchia cascina di proprietà di un amico di mio padre, e lì rimanemmo fino al novembre del 1943, quando noi ebrei diventammo nemici da portare nei campi di raccolta». (Testimonianza di Aldo Levi in Terranova, Colli, Oltre i cancelli... , pp. 283-284)

Inizia così la fuga da Chieri di Donato Umberto Levi, Consolina Elvira Vitale e dei loro due figli Giorgio e Aldo. Di ritorno dall’esodo forzato, Donato Umberto Levi è onorato di essere riconfermato delegato per la sezione di Chieri, facendo da tramite con la Comunità di Torino e da referente per i servizi comunitari. Riprende quindi possesso dei beni sequestrati e, su richiesta del rabbino Disegni, organizza il trasferimento degli arredi chieresi a Torino. L’aron e la tevah (il pulpito col baldacchino in stile barocco) sono collocati nei locali di via Sant’Anselmo 7, oggi invece si trovano nel Tempio Piccolo, realizzato da Giorgio Olivetti nel 1970. Nonostante la sezione chierese fosse stata chiusa e i locali venduti nel 1957, la storia e le tradizioni di questa Comunità piemontese hanno continuato ad essere trasmesse dal figlio di Umberto Levi, Aldo Levi attraverso la sua costante testimonianza.

Autore: Chiara Pipino

Fonte: Archivio Ebraico Terracini, Comunità Ebraica di Torino, versamento 2006, Miscellanea carte sparse, sezione di Chieri, CS CHIERI 5

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Bibliografia

Alcuni appunti sul ghetto di Chieri, in «Il vessillo israelitico», 49, 1901
Assessorato alla cultura della Regione Piemonte, Archivio della tradizione e del costume ebraici B. e A. Terracini (a cura di), Insediamento ebraico a Chieri, 1983
Cappelletto Giovanni (a cura di), Architettura a Chieri, Chieri, E.T.P., s.d
Cibrario Luigi, Delle storie di Chieri, IV, Torino, Alliane, 1827, pp. 511-519
Dopo l'8 settembre, testimonianza di Aldo Levi a cura di Memoro. © Tutti i diritti riservati, consultata il 1 marzo 2021
Levi Fabio, Le case e le cose. La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’EGELI 1938-1945, Compagnia di San Paolo, Quaderni dell’Archivio Storico, Torino 1998
Mortara Fernanda, Gli ebrei in Piemonte nel 1600; Torino, Chieri, Carmagnola, tesi di laurea in Lettere, relatore prof. Giovanni Levi, Università degli Studi di Torino, a. a. 1982-1983
Rossotto Stefania, Ricerche storico-giuridiche sugli ebrei a Chieri, tesi di laurea in Giurisprudenza, relatore prof. G. S. Pene Vidari, Università degli Studi di Torino, a. a. 2001-2002
Sacerdoti Annie, Guida all’Italia ebraica, Genova, Merietti, 1986, pp. 36-37
Sacerdoti Annie, Tedeschi Falco Annamarcella (a cura di), Piemonte. Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte, Venezia, Marsilio, 1994, pp. 81-83
Tedesco Giuseppe, Colombo Dino, Il ghetto di Chieri. Alcuni avvenimenti importanti. Suo stato attuale. Parte prima: dalle origini alla fine del 700, in «La Rassegna Mensile di Israel», XXVII, 2, 1961, pp. 63-66
Tedesco Giuseppe, Colombo Dino, Il ghetto di Chieri. Parte seconda: dalla fine del 700 ai giorni nostri, in «La Rassegna Mensile di Israel», XXVII, 4, 1961, pp. 171-178
Terranova Corrado, Colli Mariacristina (a cura di), Oltre i cancelli. La comunità ebraica e il ghetto di Chieri dal ‘400 al ‘900: storia, arte e protagonisti, Chieri, Gaidano&Matta, 2019
Vanetti Guido, Chieri, dieci itinerari tra Romanico e Liberty: gli itinerari, le visite, l'urbanistica, l'arte, Chieri, Edizioni Corriere, 1994
Treves Sergio, Gli ebrei a Chieri (1416-1848). Vicende storico-giuridiche della Comunità israelitica sotto il dominio sabaudo, Chieri, «Cronache chieresi», 1974

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