Leone Sinigaglia
Nato a: Torino (TO) il 14 agosto 1868
Di: Abramo e Romanelli Emilia
Professione: musicista
Arrestato a: Torino il 16 maggio 1944
Morto a: Torino il 16 maggio 1944
La ricerca documentaria, la selezione delle fonti, il racconto della Vita di Leone Sinigaglia sono stati curati da Dario Taraborrelli, ricercatore incaricato dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.
Il progetto è aperto al contributo degli utenti: chi fosse in possesso di informazioni, documenti, fotografie utili a raccontare la vita di Leone Sinigaglia può scrivere a le-case-e-le-cose@fondazione1563.it
20 dicembre 1944
Elenco descrittivo di beni immobili e mobili siti in Torino, strada ai Ronchi n. 231, Cavoretto, di pertinenza del cittadino di razza ebraica Sinigaglia Leone fu Abramo Alberto
Le procedure condotte dall’Istituto di San Paolo per conto dell’Egeli nei confronti dei “beni ebraici” si inanellano con meccanica precisione: al decreto di gestione provvisoria o di esproprio del prefetto segue l’autorizzazione al perito di effettuare il sopralluogo e in pochi giorni viene redatto un elenco completo dei beni mobili e immobili. Quando A.L. firma il verbale dei beni di Leone Sinigaglia, il 20 dicembre del 1944, il musicista è già scomparso. Stroncato da un infarto mentre due miliziani fascisti si presentano davanti alla sua stanza per arrestarlo il 16 maggio del 1944. Durante il sopralluogo nella casa di Cavoretto, il perito dell’Istituto riporta che buona parte del mobilio è stato asportato dall’abitazione e raccoglie la dichiarazione di un testimone secondo il quale nei mesi successivi ai bombardamenti del dicembre 1943 tali mobili sarebbero stati distribuiti ai “sinistrati di Cavoretto”.
Autore: Dario Taraborrelli
15 gennaio 1945
L’avvocato R.R. scrive all’Istituto di San Paolo in merito agli alberi di villa Sinigaglia
Al momento della redazione del verbale sullo stato dei beni di Villa Sinigaglia viene preparato anche un minuzioso elenco delle piante e degli alberi presenti nel grande giardino della villa. Il perito annota anche che dalle testimonianze degli inquilini risulta che uno di essi, R. R., ha proceduto a fare abbattere alcuni alberi per ricavarne legna da ardere. Da quel momento inizia un ricco scambio di corrispondenza tra l’Istituto, la prefettura e R. per stabilire l’accaduto e chiedere un risarcimento: per quanto i beni siano stati sequestrati a “cittadini ebrei” la responsabilità della gestione ricade interamente sull’Istituto di San Paolo per conto dell’Egeli. Nel gennaio 1945, R.R. risponde all’Istituto per chiarire la propria a posizione e scrive: “il sottoscritto e le sue sorelle erano e sono preoccupatissimi per l’estrema difficoltà di reperimento del combustibile e per l’inconsueta rigidità di quest’inverno”, e ancora “fu poi fatto eseguire il taglio di alcuni rami di pino per la loro tenue distanza dal suolo o perché folgorati […] e l’abbattimento di alcune piccole piante non ornamentali che non erano affatto in pieno sviluppo perché completamente secche e contorte e cadenti verso il fabbricato e in processo di marcimento”. Una scritta a mano a matita chiosa la lettera “è un ragionamento assai debole”.
Autore: Dario Taraborrelli
Documenti
[ -> ]21 aprile 1929
Scheda di iscrizione di A.L. al Partito nazionale fascista
Il 20 dicembre del 1944 l’impiegato A.L. riceve dall’Istituto di San Paolo l’incarico di redigere l’inventario dei beni e descrivere Villa Sinigaglia in strada ai Ronchi n. 231 località Cavoretto. A.L., nato nel 1911, si iscrive al PNF il 21 aprile 1929; dal fascicolo personale appare dapprima come “cappellaio” per poi figurare come “impiegato”, prima di essere arruolato per la campagna d’Africa nel 1940.
Fonte: Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Partito Nazionale Fascista (PNF) Federazione di Torino, F30018 (© Archivio di Stato di Torino. Tutti i diritti riservati)
1893
Ricordo alpino delle Dolomiti e fotografie di Leone Sinigaglia
"Per conto mio, lo confesso, andai nelle Dolomiti con un grano di scetticismo; ne tornai non solo convertito, ma entusiasta. E quando, dopo due mesi di soggiorno, sulla fine di settembre, partii dalla bella e ospitale Cortina d'Ampezzo, e lasciai dietro a me la nobile porta dell'Antelao e del Pelmo, che schiude al visitatore la magica regione Dolomitica, provai un senso di vero stringimento, perché sentii allora più che mai quale e quanto veramente fosse il fascino che emana da questo gioiello di montagne, uniche forse nel loro genere, impavide di confronti perché forti della loro superba originalità: le Dolomiti!"
Autore: Leone Sinigaglia
15 dicembre 1941
Leone Sinigaglia chiede l’autorizzazione a possedere una radio
La circolare telegrafica n° 442.12038 del 3 marzo 1941 stabilisce il “sequestro di tutti gli apparecchi radio in possesso di ebrei”; un mese più tardi la n° 23201 revoca le “licenze per vendita di apparecchi radio ad ebrei anche se discriminati”. Il 12 dicembre 1941 un anziano Leone Sinigaglia scrive personalmente al Ministro dell’Interno per chiedere in via eccezionale l'autorizzazione a continuare a possedere una radio: “l’apparecchio radio costituisce la sola possibilità per il sottoscritto di tenersi in contatto col mondo musicare ed un conforto spirituale…”. Come supporto alla domanda vengono allegati dal Prefetto di Torino alcuni documenti: i “Cenni biografici su Leone Sinigaglia” e una serie di opuscoli sull’attività musicale del maestro a riprova dell’italianità della sua opera.Il 25 dicembre del 1941 viene rilasciato il nulla osta.
Autore: Dario Taraborrelli
Fonte: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Div. Gen. Pubblica sicurezza, Div. Affari generali, Categorie permanenti, A1, F.99 © Archivio centrale dello Stato. Tutti i diritti riservati