Pubblicato il 14 luglio 1938 in prima pagina su Il Giornale d’Italia – quotidiano diretto da Virginio Gayda apertamente schierato in favore del regime -, l’articolo “Il fascismo e i problemi della razza” è un testo redatto dal Ministero della Cultura popolare. Le dieci tesi di quello che è conosciuto come Manifesto degli scienziati razzisti sono sottoscritte da “un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle Università italiane”: Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzi, Guido Landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Sabato Visco ed Edoardo Zavattari.
Il Manifesto getta le basi della politica razziale fascista fornendole legittimazione accademica e “solidità scientifica”; si afferma tra l’altro che “Esiste ormai una pura razza italiana” e che gli ebrei non vi appartengono.