Alberto Gentili
Nato a: Vittorio Veneto (Treviso) il 21 maggio 1873
Di: Giuseppe e Carolina Pincherle
Professione: professore universitario
Morto a: Torino il 15 settembre 1954
La ricerca documentaria, la selezione delle fonti, il racconto della Vita di Alberto Gentili sono stati curati da Victoria Musiolek, ricercatrice incaricata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.
Il progetto è aperto al contributo degli utenti: chi fosse in possesso di informazioni, documenti, fotografie utili a raccontare la vita di Alberto Gentili può scrivere a le-case-e-le-cose@fondazione1563.it
9 dicembre 1947
Risposta di Alberto Gentili alla richiesta di rimborso inviata dall'Istituto di San Paolo
Con la risposta del 9 dicembre 1947 alla richiesta da parte dell’Istituto di San Paolo di rimborso per le spese della gestione dei beni sequestrati e confiscati - una lettera dai toni pacati e allo stesso tempo decisi - Alberto Gentili rifiuta di pagare un servizio che gli era stato imposto dalle «abrogate leggi razziali». Per accelerare la procedura di restituzione da parte del credito fondiario che gestiva le pratiche di sequestro dell'immobile di sua proprietà in corso Galileo Ferraris 69, Gentili già nel luglio del 1945 ricorreva all'aiuto dell’avvocato Renato Guidi. I beni di cui chiedeva la riconsegna risultavano spostati, in seguito a "prelevamenti", in varie sedi a Torino e nella provincia: - in via Duchessa Jolanda 19, presso colonnello P.; - in corso Re Umberto 35, presso V.; - in corso Ferrucci 3 presso S.; - in via Pierino Delpiano ex comando divisione Littorio; - in Cimena (Gassino) presso l’[e]x comando Brigata Corazzata Leonessa; - in corso Oporto 16 presso l’[e]x comando di Piazza ecc. I "prelevamenti" erano stati disposti durante il periodo dell'occupazione tedesca da quelle che, in un documento datato 25 luglio 1945 indirizzato ad Alberto Gentili, l'Istituto di San Paolo definisce "pseudo autorità": per lo più mobilio requisito dall'Istituto Duchessa Isabella dove in precedenza era stato trasportato poiché l'inquilino subentrato al professore nell'alloggio di corso Galileo Ferraris non desiderava prenderlo in consegna.
Autore: Victoria Musiolek
Documenti
[ -> ]13 novembre 1931
Verbale del giuramento al regime del prof. Alberto Gentili
«Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l’ufficio d’insegnante e di adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla patria e al Regime fascista»: con queste parole, il 13 novembre 1931, alle 17.30, il prof. Alberto Gentili, incaricato di Storia della musica, di fronte al Rettore della Regia Università, presta giuramento di fedeltà al fascismo. In quei giorni, Gentili non è l’unico docente ad esaudire la volontà del Duce, che l’8 ottobre 1931 aveva imposto a oltre 1.200 professori universitari il giuramento. Con questo provvedimento il regime intende assicurarsi la lealtà e l’obbedienza degli uomini di cultura e apparentemente riesce nel suo intento.
Autore: Victoria Musiolek
3 ottobre 1932
Giuramento di fedeltà al Partito nazionale fascista
Ad Alberto Gentili viene comunicato che la sua domanda d’iscrizione al PNF datata 25 maggio 1932 è stata accolta; per ultimare la procedura rimangono alcune formalità: in fondo alla formula di giuramento debitamente firmata, è necessario scrivere di proprio pugno il fatidico “Lo giuro”, a riprova della fedeltà al regime. Prima che il professore fosse riconosciuto come idoneo (a far parte del partito), era stato necessario fornire adeguate garanzie e raccomandazioni. Come garanti, Gentili aveva scelto alcune personalità di spicco del mondo politico, economico e culturale della Torino fascista: Giovanni Giuriati, già segretario nazionale del PNF, il rettore della Regia Università Silvio Pivano, il docente di letteratura francese dell'Ateneo cittadino Ferdinando Neri, il banchiere e imprenditore torinese Ettore Ovazza. Raccomandazioni che non sarebbero servite ad evitargli l'espulsione dal partito in quanto appartenente alla “razza ebraica” comunicatagli attraverso una nota firmata dal segretario federale Piero Gazzotti datata 24 novembre 1938. Tra i beni mobili censiti dall'impiegato dell'Istituto di San Paolo nel 1944, si intuisce la testimonianza di un rapporto con il regime che cambia nel tempo: nel verbale di inventario dei beni redatto per l’Istituto, alla p. 15, nell’elenco degli oggetti tenuti in cantina si conta un «Ritratto fotografico del Duce in cornice di legno sotto vetro con dedica autografa al maestro Alberto Gentili».
Autore: Victoria Musiolek
Documenti
[ -> ]28 ottobre 1936
Nulla osta al trasferimento di D.N. al Fascio di Torino
Nel 1936, l’impiegato dell’Istituto di San Paolo di Torino D.N. ottiene dal Fascio di Zeri (Carrara) il nulla osta al trasferimento alla federazione torinese; il documento certifica un’anzianità di iscrizione al PNF che data al 21 marzo 1923. Dalla scheda personale compilata per il Fascio di Torino si deduce che è stato legionario amministrativo e membro del direttorio del Fascio di Carrara nel 1932-33 e, nello stesso periodo, capo manipolo di un reparto di avanguardisti; è spostato e ha tre figli. Già impiegato presso la Cassa di Risparmio di La Spezia, D.N. ottiene il trasferimento all’Istituto di San Paolo di Torino nel 1936, non senza appoggi e raccomandazioni. Con una lettera datata 14 maggio 1935, la prefettura di Torino fa pervenire al presidente dell’Istituto torinese una segnalazione in tal senso da parte della «Segreteria Particolare di S.E. il Capo del Governo».
Autore: Victoria Musiolek
Documenti
[ -> ]14 luglio 1944
Rapporto sulle capacità lavorative dell'impiegato D.N. presso l'Istituto di San Paolo
In un rapporto informativo redatto il 14 luglio 1944 con lo scopo di valutare le sue capacità lavorative e l’efficacia della mansione da lui svolta fino a quel momento, D.N. viene così descritto: «Cultura generale sufficiente. Lavora in modo regolare e con buona precisione». D.N. è l’impiegato dell’Istituto di San Paolo che pochi giorni dopo la stesura di questo rapporto – con buona precisione e scrupolosità d’ufficio – completerà un lungo e minuzioso verbale di inventario dei beni mobili di proprietà del prof. Alberto Gentili, in seguito al sopralluogo effettuato nel suo abitato in corso Galileo Ferraris al 2° piano nei giorni 18, 20, 21 e 22 luglio 1944. Nel 1945, D.N. sarà oggetto di un provvedimento di sospensione e dovrà presentarsi davanti alla Commissione provinciale d'epurazione, accusato di «faziosità fascista e probabile iscrizione al pnf».
Autore: Victoria Musiolek
Documenti
[ -> ]1 settembre 1938
Incarichi d’insegnamento per l'a.a. 1938-39: docenti "ariani" sostituiscono i colleghi ebrei
Nell’elenco degli incarichi d’insegnamento per l’a.a. 1938-39, il nome di Alberto Gentili è cancellato con un veloce segno tracciato con una matita blu; accanto, con una matita rossa, è indicato il nome del collega “ariano” che prenderà il suo posto. In quel 1938, una disposizione ministeriale impone l’annullamento degli incarichi d’insegnamenti affidati ad insegnanti di razza ebraica; i professori ebrei sono espulsi dagli Atenei italiani, mentre ai docenti incaricati non viene rinnovato il contratto. «In base alla circ. rettorale n. 2285 cl.2 fasc. 2 in data 13 settembre 1938/XVI» - recita il verbale di adunanza presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Regia Università di Torino che comunica la disposizione ministeriale - il Preside invita la Facoltà a suggerire «nuove designazioni per gli incarichi di […] Storia della musica, per cui era stato proposto il Prof. A. Gentili». Gentili era professore incaricato di Storia della musica presso l’Università di Torino da ormai tredici anni: l'insegnamento gli era stato proposto nel 1925 in virtù delle sue competenze e della fama conferitagli dalla pubblicazione della Nuova teorica dell'armonia uscita nello stesso anno per l'editore F.lli Bocca.
Autore: Victoria Musiolek
Documenti
[ -> ]Alberto Gentili nella casa natale di Vittorio Veneto
Alberto Gentili trascorre gli anni più spensierati della sua infanzia e quelli decisivi per la sua formazione nella città natale, Vittorio Veneto. Musicologo e compositore, Gentili aveva mosso i primi passi nel mondo della musica a Venezia e Padova. Ammesso al Conservatorio di Bologna, era stato allievo di Giuseppe Martucci. Dopo aver lavorato a Milano, Roma, nel Regno Unito e in Germania, si era infine trasferito a Torino intorno al 1910.
Autore: Victoria Musiolek
Fonte: Archivio Famiglia Gentili, per gentile concessione di Massimo Gentili Tedeschi
3 marzo 1927
La vicenda delle carte vivaldiane acquisite dalla Biblioteca nazionale universitaria di Torino
Alberto Gentili, stimato musicologo, è interpellato dal direttore della Biblioteca nazionale universitaria di Torino Luigi Torri nella valutazione di alcuni spartiti attribuiti al compositore veneziano Antonio Vivaldi conservati presso il collegio dei Salesiani di Alessandria. Il professore ha un ruolo cruciale nel riconoscimento, nella sistemazione e nel recupero di questo tesoro musicale, che nel 1927 sarà donato alla Biblioteca nazionale universitaria di Torino. Nello stesso anno, in una lettera datata 3 marzo, lo stesso Luigi Torri scriverà al rettore dell’Ateneo torinese: «Tributo al chiar.mo Maestro Alberto Gentili professore di musicologia nella nostra Università, il merito di avermi segnalato il generoso donatore. E lui, oltreché sommamente il dott. Foà, addito ad un segno di gradimento per parte della Magnifica S.V., alla quale anche segnalo la cooperazione datami in ciò da questo bibliotecario March. Dott. Faustino Curlo».
Autore: Victoria Musiolek
Bibliografia
Edda Fogarollo, Note scordate Tre musicisti ebrei nella tempesta delle leggi razziali, Sillabe, Livorno, 2019