Per il Piemonte e la Liguria il Credito fondiario del San Paolo operò in modo efficiente, fungendo da perno fra le molte istituzioni coinvolte più o meno direttamente nelle pratiche relative ai beni ebraici. Esso mantenne nelle proprie mani la gestione dell’insieme dei beni acquisiti dall’EGELI, a differenza di altre provincie, dove le Prefetture preferirono agire in prima persona affidandosi a singoli sequestratari o a strutture varie: in questo favorendo di fatto le appropriazioni indebite o le vere e proprie razzie compiute da numerosi soggetti ai danni delle proprietà sottratte agli ebrei. Non che anche a Torino non avvenissero furti e devastazioni soprattutto dei beni mobili presenti nelle abitazioni sequestrate. Ma una gestione più ordinata e centralizzata costituì indubbiamente un argine. Nei sotterranei dell’Educatorio Duchessa Isabella, in piazza Bernini, furono depositati, e dunque conservati fino al 1945, almeno una parte dei mobili ritrovati negli alloggi sequestrati.
LA GESTIONE DEI BENI EBRAICI DA PARTE DEL SAN PAOLO
le Carte
le Carte
- Le leggi razziali e l’esproprio degli ebrei
- L’EGELI e la convenzione con l’Istituto bancario San Paolo
- La presenza ebraica in Piemonte e a Torino nel 1938
- Alcuni dati sulla presenza degli ebrei a Torino nel 1938
- Le attività dell’EGELI fino al 1943
- Sequestri e confische
- La gestione dei beni ebraici da parte del San Paolo
- La riconsegna dei beni ai legittimi proprietari