Leone Sinigaglia

La gestione

La gestione ordinaria e straordinaria dei beni espropriati si componeva di rendicontazioni, inventari, spese di amministrazione, affitti, rimborsi, vertenze, assicurazioni. L’Istituto gestiva anche le eventuali assegnazioni decretate dalla Prefettura a favore di terzi, ad esempio alloggi assegnati a militari, mobili e masserizie distribuite agli sfollati. Il deposito che conservava quei beni che non venivano lasciati nelle case di appartenenza era nel grande edificio dell’Educatorio Duchessa Isabella, proprietà dell’Istituto, probabilmente negli stessi locali dove ora la Fondazione 1563 conserva le carte della memoria, insieme agli altri fondi dell’Archivio storico.

LEONE SINIGAGLIA

Il 1° dicembre 1943 su Cavoretto si abbatté un’incursione aerea: nei giorni seguenti “il capo della Provincia” decretò che le ville nelle vicinanze “appartenenti a persone di razza ebraica venissero messe a disposizione dei sinistrati”. Seguendo le tracce di una di queste proprietà, quella del celebre compositore Leone Sinigaglia, si ripercorre quel processo disgregatore che, dapprima frammentando e disperdendo gli oggetti che ne de finiscono la vita, volge all’annientamento dell’individuo stesso. Gli “indumenti e gli oggetti da cucina vennero distribuiti”, i locali svuotati, la villa requisita e assegnata agli sfollati; parte dei beni trasferiti e custoditi nei depositi dell’Educatorio Duchessa Isabella furono oggetto di “arbitraria appropriazione degli uomini del distaccamento della guardia nazionale repubblicana Leonessa e da militari del comando tedesco”; altri assegnati a favore di singoli cittadini su ordine della Prefettura. Gli inventari non avevano tralasciato un altro bene prezioso: gli alberi del parco della villa, tagliati a porzioni per far “affluire a Torino legna per la popolazione civile”.