Marco Lattes

Le pratiche

Le pratiche sono nominative e relative a un singolo bene: all’interno si trova generalmente la documentazione delle varie tappe dell’esproprio. Centrale è la presenza del verbale di presa di possesso, corredato da accurate e analitiche descrizioni dei beni e da una prima stima del loro valore, effettuata solitamente da un perito del Servizio Tecnico dell’Istituto. Recatosi nell’appartamento (casa, cascinale, magazzino…) descriveva tutti gli oggetti della vita quotidiana di quelle famiglie, mobili, suppellettili, arredi, le stesse stanze. Tutto era descritto, tutto era gestito.

MARCO LATTES

In via Duchessa Jolanda 19 abitava Marco Lattes. Era il 14 aprile del 1944 quando l’impiegato del Servizio Tecnico varcò la porta del suo alloggio per redigere il verbale di presa di possesso: dal buffet in legno contenente “alcuni volumi di amena lettura” al divano foderato di rosso, dal calendario da parete ad un piatto rotondo con “soggetti montani”, dal portasapone alle sedie “tipo Vienna”. Descrivendo stanza per stanza, oggetto per oggetto la vita di chi in quel momento aveva dovuto abbandonare in fretta la propria casa e la propria esistenza.

Un "accurato" sopralluogo

… il ragioniere dell’Istituto San Paolo varcò la soglia dell’appartamento, «composto di un ingresso con corridoio, otto camere, una cucina, un bagno, un gabinetto e un ripostiglio». Immaginiamo perciò M. R. inoltrarsi per l’appartamento disabitato con l’occhio rivolto agli ambienti e agli oggetti in essi contenuti, nell’intento di coglierne volta per volta le caratteristiche, e con la mente impegnata – non sarebbe stato possibile altrimenti – a rilevare le tracce di presenze ancora chiaramente percepibili.

Non sembrava una casa né prima né dopo un trasloco. Non pareva neppure un alloggio dal quale gli occupanti se ne fossero andati per lasciarlo a dei possibili ospiti o affittuari: troppe o troppo poche le cose in giro, troppa anche la trascuratezza nello scegliere che cosa portare via o meno. Un quadro così incerto dovette senz’altro stimolare la curiosità di un visitatore attento come il nostro ragioniere, pronto oramai ad addentrarsi nella visita, una camera dopo l’altra.

La prima si presentava quasi come un deposito: due telai per pagliericci, sei vetri cattedrale e due casse piene di cappelli usati, lettere, fotografie e oggetti vari, compreso un paio di babbucce di rafia.
[…]
La sesta camera – sul verbale i numeri erano importanti – doveva senz’altro avere svolto le funzioni di salotto e sala da pranzo: c’erano infatti tutti i mobili regolamentari, dal «buffet in legno noce con pannelli intagliati» al tavolo a quattro gambe con piano apribile, alla scrivania, all’armadio-libreria. Ma forse più interessante, non per il suo valore ma per quanto diceva della vita borghese svoltasi lì in un tempo non lontano, era quanto M. R. poté trovare rovistando dentro i mobili: vari libri di medicina, 23 guide del Touring Club Italiano, delle carte da gioco, una bambola in pezzi e una dama. Ma nella libreria chiusa da vetri legati in piombo c’era anche dell’altro: 50 libri in tedesco e inglese, circa 200 numeri de «Le vie d’Italia», due registratori, diverse agende, sette portafogli e portamonete – per conservare divise estere? –, una macchina per guardare foto stereoscopiche, un torchietto per stampare fotografie, pezzi di musica. […]

«È in condizioni discrete» avrebbe scritto M. R. nel suo verbale. Ma non poteva dimenticare le correnti d’aria percepite qua e là nelle varie stanze per la mancanza di numerosi vetri. Anche di questo avrebbe scritto, ma nulla si sarebbe invece lasciato sfuggire sulla domanda che senz’altro dovette affacciarsi più di una volta alla sua mente: erano stati i danni provocati dai bombardamenti ad aver reso tanto più precipitoso l’abbandono da parte dei proprietari – perché questo indiscutibilmente la visita mostrava –, o era stata invece la loro partenza, organizzata senz’altro di fretta, a impedire riparazioni che tutto sommato si sarebbero potute fare senza troppa spesa?

[estratto da F. LEVI, Le case e le cose degli ebrei. Un bilancio storiografico sull’Egeli e sugli aspetti economici della persecuzione fascista, in La Compagnia di San Paolo 1563-2013, a cura di W. Barberis con A. Cantaluppi, Einaudi, Torino, 2013, vol. II, pp. 180-199]