Eugenio Norzi

Nato a: Aosta (AO) il 13 giugno 1892
Di: Lazzaro Cesare e Giuseppina Muggia
Professione: ingegnere
Morto a: Torino il 12 dicembre 1962

La ricerca documentaria, la selezione delle fonti, il racconto della Vita di Eugenio Norzi sono stati curati da Dario Taraborrelli, ricercatore incaricato dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.

Il progetto è aperto al contributo degli utenti: chi fosse in possesso di informazioni, documenti, fotografie utili a raccontare la vita di Eugenio Norzi può scrivere a le-case-e-le-cose@fondazione1563.it

11 agosto 1944

Elenco dei beni mobili e immobili appartenenti al cittadino italiano di razza ebraica Norzi Ing. Eugenio

Il perito dell’Istituto di San Paolo N.M.R. e l’agente del commissariato di San Secondo A.D.M. vengono incaricati dalla Gestione beni ebraici di effettuare il sopralluogo presso l’abitazione di Eugenio Norzi il 15 luglio 1944. La visita vera e propria si svolge tra il 7 e l’11 agosto e gli incaricati redigono un dettagliato verbale che non solo riporta con precisione tutti beni mobili ancora presenti nell’edificio, ma documenta con altrettanta dovizia di particolari i danni che gli alloggi hanno subito durante i bombardamenti che hanno colpito Torino fin dal 1940, bombardamenti che Emanuele Artom così aveva descritto sul suo diario “Sembra che una nuvola di fuoco, resa ancor più luminosa dall’oscurità, gravi su Torino”. Il perito scrive: “L’alloggio ha sofferto a causa di cadute di bombe dirompenti in prossimità. Tutte le avvolgibili verso il corso Galileo Ferraris sono rotte, e mancano tutti i vetri. Diversi telai delle finestre sono a terra. In cucina si nota un buco nel soffitto causato da spezzone incendiario e a terra in corrispondenza, alcune piastrelle rotte”.

Autore: Dario Taraborrelli

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, 464

15 novembre 1910

La carriera accademica di Eugenio e Livio Norzi presso il Politecnico di Torino

Eugenio Norzi si laurea a pieni voti in ingegneria civile il 9 novembre del 1915 presso il Politecnico di Torino. Prima di aprire a Torino la propria impresa di costruzioni, Norzi dirige a partire dai primi anni venti del Novecento l’ufficio tecnico dell’Impresa Giovanni Antonio Porcheddu, concessionario del brevetto del sistema costruttivo Hennebique per la realizzazione di opere in calcestruzzo armato. Diventa così uno degli indiscussi protagonisti dello studio e delle prime applicazioni del calcestruzzo armato in Italia, con importanti opere come il Ponte sul Po della Strada Carignano- Villastellone, i viadotti Spinzei, Tine e Batai, presso Roccavignale, in provincia di Savona, oltre che numerose strutture industriali, hangar e centrali elettriche. Il figlio Livio segue le orme del padre e si iscrive nell'a.a. 1937-1938 al biennio propedeutico di ingegneria. L’art. 5 del Regio Decreto legge del 5 settembre 1938, "Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista", gli consente di proseguire gli studi: Livio passa al triennio nel 1939 e si laurea in ingegneria civile a pieni voti il 15 luglio del 1942. Diviene poi assistente volontario in "Architettura tecnica I" presso il Politecnico di Torino dal 1962 fino al 1966.

Autore: Cinzia Gavello

Fonte: Archivio Storico del Politecnico di Torino, Registri matricola

Documenti

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12 dicembre 1941

La chiusura della ditta Ing. Eugenio Norzi

Dopo l’emanazione delle leggi razziali del 1938 viene limitata ai “cittadini italiani di razza ebraica” la possibilità di svolgere “attività industriale e commerciale” e come esito parallelo della discriminazione razziale vengono fatte pressioni affinché le ditte ebraiche vengano cedute. Alla fine del 1939 Eugenio Norzi scrive al Ministero delle Corporazioni affinché possa mantenere l'attività - un'azienda per costruzioni edilizie in cemento armato - e concludere i lavori in corso presso la FIAT (avviati durante una visita di Mussolini).
L'attività viene comunque registrata tra quelle ebraiche eccedenti i 100 dipendenti (nel luglio 1938, ne contava oltre 1.200) e quindi di importanza strategica per la nazione.
Nel novembre 1940, la ditta di Eugenio Norzi cede tutte le attività su decreto del Ministero delle Corporazioni. Un anno dopo, il 12 dicembre 1941 sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicata una breve nota: “la ditta Ing. Eugenio Norzi a di Torino viene cancellata a tutti gli effetti, dall'elenco delle aziende industriali e commerciali appartenenti a cittadini italiani di razza ebraica e, ai sensi dell'art. 56 del R. decreto-legge 9 febbraio 1939-XVII, n. 126, si dichiarano cessate le funzioni del commissario di vigilanza della azienda stessa avv. Luigi Beccaria”.

Autore: Dario Taraborrelli

Fonte: Archivio centrale dello Stato, Ministero delle Finanze, Dir. Gen. Coordinamento tributario, Servizi beni ebraici, Affari generali e gestione beni eccedenti, 38 © Archivio centrale dello Stato. Tutti i diritti riservati

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1 luglio 1943

Nuova richiesta di apertura della ditta di costruzioni Eugenio Norzi

Dopo una richiesta informale, probabilmente inviata tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 1943, Eugenio Norzi riceve, il 16 aprile, dalla Camera di Commercio di Torino una comunicazione nella quale si riferisce che “nulla osterebbe da parte di questo ufficio della vostra iscrizione in questo registro ditte per l’esercizio dell’attività di costruttore edile”.
Il 1° luglio 1943, Norzi presenta domanda ufficiale di riapertura della ditta, dichiarando alle proprie dipendenze solo 5 lavoratori; al momento della chiusura, nel 1941, i dipendenti della ditta erano 100. La domanda presenta ancora una vistosa sottolineatura che mette in evidenza l'espressione “razza ebraica”. La pratica si conclude con un biglietto datato 7 luglio 1943 dove si legge la nota “Non rilasciare certificato”. L’attività di Norzi riprenderà solo dopo la fine della guerra.

Autore: Dario Taraborrelli

Fonte: Archivio della Camera di commercio industria artigiano e agricoltura di Torino, Registro Ditte, 173.710

23 dicembre 1945

Nomina di Eugenio Norzi a Presidente della Comunità Ebraica di Torino

Dopo la sua nomina, già nel maggio del 1945, a Commissario per la straordinaria della comunità israelitica di Torino, Eugenio Norzi diventa il primo presidente della Comunità Ebraica dopo la guerra, nominato dai consiglieri il 23 dicembre 1945. Rimane in carica fino al 22 giugno 1950, quando al suo posto viene eletto Enrico Malvano. Durante il suo mandato vengono avviate importanti iniziative come la ricostruzione della Sinagoga, danneggiata durante i bombardamenti del 1942, l’istituzione della biblioteca dedicata a Emanuele Artom e il confronto con l’amministrazione dei beni ebraici sequestrati durante il periodo bellico.

Autore: Dario Taraborrelli

Fonte: Archivio Ebraico Terracini, Comunità Ebraica di Torino, Amministrazione della comunità (1853-1985; 2001), Elezioni del Consiglio, della Giunta e del presidente della comunità (1936-1964), Nomine presidenti comunità (1946-1959)

22 novembre 1947

Lettera di Eugenio Norzi all’Istituto di San Paolo per protestare contro le richieste di pagamento dei costi di gestione degli immobili sequestrati

I beni immobili vengono restituiti alla famiglia Norzi già nei mesi successivi alla fine della guerra. Negli anni successivi, come succederà anche a molte altre vittime dei sequestri, l’Istituto di San Paolo invia richieste di pagamento per i costi sostenuti durante il periodo di gestione dei beni.
Eugenio Norzi il 22 e il 29 novembre del 1947 scrive all’Istituto per protestare dapprima contro la richiesta di pagamento dei costi per l'amministrazione del suo alloggio posto sotto sequestro e successivamente per denunciare la mancanza di sensibilità nei confronti di una zia, Matilde Norzi, a cui era stata notificata una richiesta di pagamento per la gestione degli immobili. Come si legge dalla trascrizione delle lettere nel fascicolo: “esorto a riflettere sul caso della povera mia zia Norzi Matilde, catturata dai nazifascisti, settantacinquenne, con una cognata coetanea, entrambe morte per i modi (non dico altro) la prima ancora a Torino, la seconda non si sa dove… […] e non si ha vergogna di osservare delle assurde morali come non si ebbe ritegno, a seguire quelle altre, precedenti, che hanno portato alla rovina della Patria”.

Autore: Dario Taraborrelli

Fonte: Archivio storico della Compagnia di San Paolo, III, Gestioni Egeli, 464

Bibliografia

R. Braggio, L'autostrada Savona-Ceva ed i suoi viadotti , in "Atti e Rassegna Tecnica della Società Ingegneri e Architetti in Torino", 4, aprile, 1959, pp. 119-140.

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