AUSCHWITZ I

le Vite | Approfondimenti

Nel primo campo di Auschwitz i metodi usati per l’internamento erano gli stessi già collaudati negli altri Lager in territorio tedesco: la degradazione sistematica iniziava con la spoliazione, proseguiva con la registrazione in cui veniva assegnato il numero al prigioniero, con la doccia e con la divisa a righe. I prigionieri vivevano in condizioni inumane; solo nel 1941 fu costruito una latrina e fino ad allora doveva bastare una fossa per i bisogni di migliaia di persone. Durissime erano le punizioni corporali e le torture: il Block 11 di Auschwitz I era il “Blocco della morte” con celle di rigore dove si doveva stare in piedi, a volte appesi per le braccia, al buio, in spazi ridottissimi, aspettando la morte. Di fianco al Block 11 c’era il muro della morte dove venivano eseguite le fucilazioni.

Nel settembre del 1941 ad Auschwitz I iniziarono i primi esperimenti di uccisione tramite lo Zyklon B nei locali delle celle sotterranee del Block 11: le prime vittime furono 900 prigionieri sovietici e detenuti malati. I cadaveri furono gettati in fosse comuni, ma in seguito si decise di trasformare la vasta sala del Crematorio del campo in camera a gas. I cadaveri potevano essere velocemente “smaltiti” nel forno attiguo e durante queste operazioni vigeva il coprifuoco per mantenere la segretezza degli assassinii di massa. Il Crematorio I, a causa del suo basso rendimento, fu in seguito sostituito dagli altri crematori costruiti a Birkenau.

Ad Auschwitz I, nel Block 10, si effettuarono sui prigionieri esperimenti ritenuti importanti dal regime per il miglioramento della razza o per l’industria bellica. Arrivarono nel lager specialisti di varie discipline mediche, anche scienziati di fama, per procedere nella sperimentazione. I prigionieri, uomini e donne, venivano scelti nel complesso del Lager, e usati come cavie fino a causarne la morte. Nel campo di Birkenau, il dottore delle SS Josef Mengele si specializzò invece in esperimenti sui gemelli che sceglieva lui personalmente sulla rampa d’arrivo dei convogli.

CREDITI

Selezione delle fonti e stesura del testo a cura di Antonella Filippi; fotografie di Lino Ferracin e Antonella Filippi.

FONTI

La bibliografia sui campi di concentramento e di sterminio, in particolare su KL Auschwitz, è molto vasta; di seguito si fornisce un elenco dei volumi consultati per la stesura del testo.

AA.VV., Auschwitz. Il campo nazista della morte, Edizioni del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, 1997

Danuta Czech, Kalendarium: gli avvenimenti nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, 1939-1945, Mimesis, Milano 2006

Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa, Einaudi, Torino 1999

Hermann Langbein, Uomini ad Auschwitz. Storia del più famigerato campo di sterminio nazista, Mursia, Milano 1984

Primo Levi, Leonardo De Benedetti, Così fu Auschwitz.Testimonianze 1945-1986, Einaudi, Torino 2015

Sybille Steinbacher, Auschwitz. La città, il lager, Einaudi, Torino 2005

Shlomo Venezia, Sonderkommando Auschwitz, Rizzoli, Milano 2007

Sitografia

ANED-Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, http://www.deportati.it/, consultato il 19 dicembre 2019 ( archiviato 15 settembre 2019).

Museo Nazionale di Auschwitz-Birkenau, http://auschwitz.org/en/more/italian/, consultato il 28 novembre 2019 ( archiviato 22 maggio 2019), versione in lingua italiana.

Museo Nazionale di Auschwitz-Birkenau, http://www.auschwitz.org/, consultato il 24 gennaio 2020 ( archiviato 15 gennaio 2020), versione integrare, in lingua inglese/polacca.

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